La sfida del futuro? La settimana corta! Benessere dei collaboratori e produttività aziendale possibile!

La sfida del futuro? La settimana corta! Benessere dei collaboratori e produttività aziendale possibile!

La recente pandemia ha comportato un'importante revisione del concetto di benessere lavorativo da parte delle persone: titolari di azienda e responsabili di gestione dei team, si sono trovati di fronte a fenomeni quali le grandi dimissioni, il quiet quitting, il calo della produttività del lavoro. Cosa si può fare per evitare tutto questo? come andare incontro ai propri collaboratori, permettendo loro di beneficiare di più tempo libero, guadagnare in salute psico-fisica e parallelamente mantenere l'ingaggio e livelli di fatturato inalterati? La settimana corta può essere la soluzione!

Ottobre 2024

In questo articolo parleremo in prima battuta, della crescente necessità di benessere da parte delle persone nei luoghi di lavoro e quali le difficoltà incontrate dagli imprenditori. Capiremo quali sono i possibili effetti negativi dovuti all'assenza di un buon clima aziendale e andremo a conoscere i vantaggi derivanti dall’introduzione della settimana corta, come possibile soluzione, offrendo suggerimenti per implementarla al meglio.


Sempre di più oggi, le persone vogliono vivere meglio, soprattutto vogliono raggiungere un migliore equilibrio tra vita lavorativa e vita privata (worklife balance): con la pandemia e dopo di essa, stanno cambiando le priorità, il lavoro non è visto come unica fonte di realizzazione, si dà più spazio ad una vita di valore. Parallelamente, sempre di più i manager o i titolari d'azienda hanno bisogno di incrementare la produttività ed i fatturati per rimanere nei mercati, chiedendo sforzi ulteriori ai propri collaboratori, come se le quaranta ore settimanali di media, non bastassero mai.

Benessere dei lavoratori e incremento dei fatturati, sembrerebbe quindi un binomio difficile da coniugare.

I manager di oggi, per affrontare la sfida, hanno necessità di chiedersi come si vive in azienda, come si sta. Recenti studi sul benessere delle persone nei luoghi della professione (Gallup https://bit.ly/3HVNoF9 e TheVision https://thevision.com/attualita/tristezza-lavoro-italia ) hanno infatti mostrato l'incremento:

  1. dei livelli di stress, irritazione per mancanza di flessibilità, con conseguente burnout;
  2. della tristezza e stanchezza;
  3. della demotivazione nel recarsi al lavoro;
  4. della disaffezione, quindi scarso ingaggio.

Sono situazioni dovute spesso alla mancanza di comunicazione, buone relazioni, buona organizzazione del lavoro, mancanza di obiettivi chiari e condivisi, scarsa valorizzazione delle persone e tanto altro ancora.

Come conseguenza diretta si arriva all'aumento delle dimissioni, il disimpegno crescente (quiet quitting), cali della produttività e quindi di fatturato. Non propriamente il massimo per le imprese!

Ma perché le persone vanno via? perché c'è demotivazione? la risposta si trova il più delle volte nell'assenza di un buon clima aziendale: persone, organizzazione, risultati e relazioni non sono "allineati" per raggiungere gli obiettivi, non si ha consapevolezza di come il benessere psico-fisico incidi su due fronti, come la felicità delle persone e il miglioramento delle loro prestazioni, quindi anche dei fatturati.

Oggi, ad eccezione di chi ha contratti part-time, si lavora almeno otto ore al giorno, per cinque giorni a settimana: è facile immaginare come, sommando a queste i tempi di viaggio casa-lavoro, le incombenze varie, esista poco tempo per sé, per una buona vita privata, dove sia possibile ricaricarsi, riposarsi, coltivare i propri hobby.

Una delle possibili soluzioni, sotto osservazione da qualche anno e in via di diffusione, riguarda l'introduzione della settimana corta.


Settimana Corta 2

La riflessione parte dalla recente pubblicazione di una ricerca strutturata, relativa all’introduzione della settimana lavorativa di quatto giorni in diverse aziende della Gran Bretagna ( https://autonomy.work/wp-content/uploads/2023/02/The-results-are-in-The-UKs-four-day-week-pilot.pdf )

Il progetto coordinato dall’organizzazione no profit 4 Days Week Global, dal centro Studi britannico Autonomy, ha dimostrato che dopo sei mesi di sperimentazione nel 2022, in 61 aziende e su 2.900 dipendenti, i risultati sono stati a dir poco interessanti:

  • il 92% delle imprese ha deciso di non tornare più alla settimana lunga. Di queste, 18 hanno optato per un cambiamento definitivo;
  • soprattutto si è rilevato che durante il periodo di prova le entrate economiche sono rimaste sostanzialmente invariate, con un aumento medio dell’1,4%;
  • il 39% del personale intervistato risultava meno stressato e il 71% aveva ridotto il proprio livello di burnout, con diminuzione di ansia, stanchezza e problemi di sonno: tutto a vantaggio quindi di migliori condizioni di salute e benessere psico-fisico.


Quali sono allora i vantaggi che potremo raggiungere se fosse introdotta per più settori dell’economia l’utilizzo della settimana corta? Andiamo a scoprire quanti numerosi benefici offre questa opportunità.

Di seguito un elenco esaustivo di quanto può accadere, introducendo la settimana lavorativa breve:

  • migliora il worklife balance dei collaboratori: c’è più tempo per curare gli spazi di vita privata, dedicare tempo alla famiglia, agli hobby, si sta meglio e ci si sente più felici. La felicità al lavoro dovrebbe orientare la gestione del personale, perché produce conseguenze molto positive in termini di risultati;
  • migliorano gli atteggiamenti di riconoscenza verso l’azienda, aumentano fiducia e lealtà, aumenta l'ingaggio, si riduce il turnover, aumenta la retention;
  • riduce l’assenteismo in quanto lavorare meno migliora la salute e si possono dedicare le ore libere alle varie commissioni senza richiedere permessi retribuiti;
  • si riduce il burnout e lo stress che implicano ogni anno molte ore di assenza dai luoghi di lavoro, quindi migliora la salute mentale delle persone, migliorano i rapporti tra colleghi e tra loro ed i capi;
  • se diventa strategia per un efficace employer branding, aumentano le candidature e tra queste la possibilità di attrarre talenti;
  • la garantita flessibilità permette di offrire valore aggiunto alle persone, diventa fattore di comunicazione verso l’esterno. Se ben vissuta e comunicata, i ritorni in termini di immagine e attrazione non tarderanno ad arrivare;
  • si riducono alcuni tipi di costi, sia per l’azienda per le utenze e di gestione, sia per i collaboratori, che risparmieranno sui tragitti, spese carburante, pasti fuori casa, ecc.
  • se calano alcuni tipi di costi (carburante/viaggio/trasferimenti) diminuiscono anche le emissioni di agenti inquinanti, a beneficio chiaramente dell’ambiente e della sostenibilità ambientale;
  • permette alle donne di vivere con più serenità la propria vita professionale, potendo gestire meglio gli impegni di vita familiare;
  • a motivo del minor tempo a disposizione (meno ore), migliora la focalizzazione sugli obiettivi da raggiungere, si spreca meno tempo ed aumenta parallelamente la produttività del lavoro;
  • se la settimana corta rende più felici le persone, ne beneficeranno i rapporti tra colleghi, ci saranno meno malumori, più collaborazione e maggiore motivazione.


Come in un circolo virtuoso quindi, le conseguenze più evidenti saranno un generale miglioramento del benessere e felicità delle persone e un incremento della produttività.


Soddisfazione

La settimana breve apporta numerosi vantaggi, anche se occorre attenzionare alcuni aspetti, che non tolgono la portata della novità, ma presuppongono valutazioni importanti:

  • non tutti i settori dell’economia possono applicare la settimana corta per il tipo di attività che svolgono;
  • potrebbe presentarsi il rischio di concentrare la stessa mole di lavoro in meno ore, aumentando il sovraccarico personale;
  • le aziende potrebbero chiedere di trattenersi oltre l'orario stabilito. Infatti il giorno libero potrebbe essere "recuperato" negli altri, appesantendo la giornata, favorendo stress, stanchezza e malumori;
  • lavorare un giorno in meno a settimana, potrebbe comportare una possibile riduzione dello stipendio. Questo dipende dalle decisioni interne alle aziende, che non sono abituate a lavorare per obiettivi e a formare collaboratori focalizzati;
  • è possibile che alcuni collaboratori, per concludere dei progetti o compiti, portino il lavoro a casa con conseguente ansia, stress, frustrazione;
  • la turnistica potrebbe non essere ben calibrata;
  • se nelle aziende non si provvede ad efficientare l’organizzazione del lavoro, è possibile che di fronte ad una diminuzione dell’orario a parità di stipendio, sia necessario assumere, con diretti aumenti del costo del lavoro.

  

Sulla base di tutti i vantaggi e gli aspetti da attenzionare, è chiaro che un imprenditore possa avere degli ottimi motivi per implementare nella sua organizzazione la settimana corta. Valutare il clima aziendale prima e successivamente dopo alcuni mesi della sua introduzione, permette di comprendere tutti i possibili benefici. 


Quali i nostri suggerimenti per implementare correttamente la settimana corta? Andiamo a vedere cosa può fare un imprenditore o un Responsabile del personale

Davanti alla possibilità di cambiare la durata della settimana lavorativa, è normale incontrare scetticismo da parte dei vertici aziendali, perché sono spesso convinti che una riduzione delle ore possa impattare negativamente sull’andamento del business e dei risultati: ma è proprio così?

Laddove esiste una cultura interna che continua a misurare il valore dei collaboratori in base alla performance, sarà più difficile aprire ad una nuova organizzazione del lavoro. La resistenza c'è.

Quali sono allora le soluzioni possibili per incentivarne la diffusione e l’applicazione della settimana breve? Come introdurla per mantenere i livelli di profitto desiderati e nel contempo garantire e rispettare la necessità di benessere delle persone?

Se nell'azienda, per il tipo di attività svolta, è possibile introdurre la settimana corta, vogliamo offrire suggerimenti utili, che possono aiutare a superare le varie difficoltà. Cosa fare?

  1. Analisi di clima aziendale: se tra i collaboratori si osservano situazioni di disagio, stanchezza, stress, relazioni professionali pesanti, cali della produttività, è bene fare innanzi tutto un’analisi del clima organizzativo. Essa permetterà di conoscere la percezione che ha il team su temi importanti quali operatività, motivazione, raggiungimento degli obiettivi, qualità delle relazioni cooperazione e circolazione delle informazioni. Si indaga così sul benessere delle persone e si potrà chiedere direttamente loro quanto l’introduzione della settimana breve, impatta sul miglioramento della worklife balance. Nel momento in cui un imprenditore inizierà a prendersi cura del proprio team, mettendo al centro le persone, miglioreranno le relazioni, la comunicazione, l’ingaggio, la motivazione, si ridurrà lo stress ed il malcontento: queste sono le basi per un incremento della produttività del lavoro, tale che lavorando anche su quattro giorni, mantenendo lo stipendio invariato, verranno raggiunti gli stessi livelli di fatturato;
  2. Cambio di paradigma sullo stile direzionale/gestionale: i titolari d’impresa necessitano di riflettere e cambiare i propri paradigmi. Se si vuole che le persone siano più produttive nel minor tempo a disposizione, non si può ricorrere al controllo o alla “punizione”, ma dimostrare per contro fiducia nei collaboratori, motivandoli ed incoraggiandoli. Questo permette come conseguenza un cambio di paradigma anche nelle persone, che potranno venire più contenti al lavoro, nonostante possano comunque esserci dei picchi di produzione;
  3. Efficientamento dei processi produttivi: significa revisionare processi di produzione di beni e/o servizi, significa razionalizzare l’uso dei tempi e delle risorse materiali. L’essere umano è la parte pensante, è colui (o colei) che mette testa e cuore nel lavoro. Acquisire consapevolezza per svolgere la propria mansione nel migliore dei modi e con minor sprechi, significa anche valorizzare l’impatto che il proprio lavoro ha in azienda. I processi di revisione ed efficientamento possono aiutare ad implementare la settimana breve: molte volte infatti i tempi del lavoro si allungano perché non si hanno competenze aggiornate per svolgere un certo tipo di compito o capacità di gestire correttamente il tempo. Pensiamo anche alla possibilità di ridurre la quantità e la numerosità delle riunioni ad esempio, oppure utilizzare più tecnologia dove l’intervento umano può essere ridotto. Aiutare le persone a migliorare le modalità in cui svolgono le proprie mansioni, dà loro l’opportunità di crescere, osservare come fare meglio, sentirsi quindi più efficaci;
  4. Formazione: a seguito della revisione ed efficientamento dei processi, possono seguire momenti di formazione e coinvolgimento dedicati al team. Il fatto che il titolare o chi si occupa di gestire il personale, spieghi come l’introduzione della settimana breve, a parità di stipendio, porti notevoli vantaggi a tutta l’azienda, rende le persone più consapevoli sul proprio contributo. Un primo livello formativo sarà quello dedicato alle nuove prassi procedurali (come fare bene, in minor tempo); il secondo livello investe invece più direttamente le soft skill, perché si lavora sugli atteggiamenti, sui paradigmi, sul saper comunicare e relazionarsi al meglio per raggiungere gli obiettivi aziendali.
  5. Riorganizzazione dei turni: una volta conosciuto il clima aziendale, indagato sul livello di benessere del team, visionati ed esaminati i processi di produzione, formate le persone per il graduale passaggio da una situazione all’altra, i responsabili possono riorganizzare anche l’eventuale turnistica. Come fare per ridurre a quattro giorni? Si può scegliere ad esempio di tenere chiuso il venerdì per garantire tre giorni liberi di fila ai propri collaboratori; oppure ancora creare la flexy week, cioè garantire due mezze giornate libere;
  6. Welfare aziendale: qualora a fronte di una riduzione dell’orario di lavoro, non sia possibile garantire lo stesso livello di stipendio per motivi di gestione di costi, le aziende possono pensare ad introdurre servizi di welfare, in modo tale da offrire ai propri collaboratori un chiaro segnale che la proprietà e/o i responsabili ci tengono a loro e alle loro economie. Peraltro la proprietà stessa potrà beneficiare dei vantaggi fiscali legati all’adesione ai programmi welfare;
  7. Svolgere periodicamente, ad esempio ogni anno, un analisi di clima aziendale, per monitorare il livello di benessere dei propri collaboratori.


Concludendo i vantaggi derivanti dalla modifica della settimana lavorativa sono molti: la prospettiva futura impone sfide interessanti, visioni nuove e la possibilità di creare spazi di felicità anche nei contesti di lavoro. Poter lavorare su meno giornate è possibile, benessere dell'essere umano e raggiungimento di profitti è un binomio certamente fattibile.


E tu che ne pensi? Vuoi conoscere il clima aziendale presente nella tua organizzazione? Ritieni sia possibile introdurre la settimana corta ed il binomio benessere dei lavoratori ed incremento della produttività aziendale?